Premessa generale:

I sottoscritti sono completamente contrarie alla conversione a gas della centrale ENEL Federico II, anche dopo le integrazioni presentate da ENEL, e chiedono:

  • la graduale dismissione dei gruppi a carbone anche prima del 2025,
  • nessuna sostituzione delle unità a carbone inutile e costosa a gas
  • e che subito sia attuato il Piano di riqualificazione del sito “promesso” nell’allegato punti 7 e 8 delle integrazioni.

 

Osservazioni:

 

  1. Secondo il Piano, la centrale continuerà a utilizzare carbone fino al 2025, avendo dismesso solo un gruppo su quattro a gennaio 2020, perpetuando così  le  gravi conseguenze per il clima, l’ambiente, l’inquinamento e la salute pubblica degli abitanti del territorio
  2. Il Piano, in piena politica di greenwashing, richiede subito l’approvazione della VIA, “promettendo” dopo la conversione a gas nel 2025 un piano di riqualificazione green e ambientalmente sostenibile del sito, così come richiesto dal CTVIA: “Con riferimento alla richiesta di esaminare una produzione basata sulle fonti rinnovabili, si precisa che Enel, coerentemente con gli obiettivi di transizione energetica, ha sviluppato per Brindisi un insieme di soluzioni che integrano sul sito lo sviluppo delle fonti rinnovabili e BESS CHE VERRANNO AUTORIZZATI CON ITER DISTINTI DAL PROCEDIMENTO DEL GAS e che fanno parte di un progetto di riqualificazione generale del sito che viene descritto nelle risposte ai punti 7 e 8, cui si rimanda per maggior dettaglio.”
  3. Il piano ENEL non tiene conto dell’abnorme aumento del costo del gas sui mercati internazionali[1] di questi ultimi mesi e del forte aumento delle bollette gas ed energia[2], che si prevede si estenderanno anche oltre i prossimi mesi. Perciò anche l’Integrazione di ENEL è ormai anacronistica in termini di costi ed economicità.
  4. Secondo l’Assemblea Ordinaria degli Azionisti di Enel S.p.A.  14 maggio 2020, il ciclo combinato è “ una possibile opzione tecnologica, da valutare in relazione agli scenari di mercato nonché alle effettive necessità incrementali di capacità produttiva del sistema elettrico nazionale”, che oggi sono profondamente cambiati con l’aumento sproporzionato del prezzo del gas sui mercati internazionali.
  5. Non è vero che “La non realizzazione del progetto delle nuove unità a gas a Brindisi si tradurrebbe in una mancata opportunità di concretizzare la chiusura degli impianti a carbone e di realizzare il programma previsto per la transizione energetica, che secondo le riportate previsioni del PNIEC è subordinata anche alla programmazione e realizzazione nell’immediato futuro degli impianti termoelettrici a gas necessari per il sistema e delle relative infrastrutture.”: IL PNIEC NON SUBORDINA ALLA “REALIZZAZIONE NELL’IMMEDIATO FUTURO DEGLI IMPIANTI TERMOELETTRICI A GAS” LA CHIUSURA DEGLI IMPIANTI A CARBONE ! L’uscita dal carbone al 2025 è un obbligo imposto dalle politiche energetiche della Commissione Europea, sottoscritte anche dall’Italia. Il PNIEC è anacronistico e non più allineato alle politiche energetiche europee.
  6. Il Piano manca, anche nell’integrazione, di una importante alternativa, come richiesto dalla CTVIA: la totale chiusura dell’impianto, senza nessuna conversione a gas, con la riqualificazione del sito e i conseguenti benefici per il clima, le emissioni, terreni, suoli, ambiente e salute.
  7. Criteri socio-economici sul territorio: Il Piano manca di un approccio metodologico basato “sull’analisi costi-benefici (CBA)”, quale strumento di supporto alle decisioni (obbligatoria nella valutazione), al fine di individuare la convenienza economica e ambientale della sostituzione a gas o della chiusura degli impianti, anche prima del 2025,  considerando gli effetti negativi e positivi di ciascuna scelta.
  8. L’alternativa di sostituire i due gruppi a gas a ciclo combinato del primo piano del 2019 con un unico gruppo a ciclo aperto (1 TG/ 1 TV) proposto nelle integrazioni, rende l’investimento antieconomico e non conveniente industrialmente per ENEL, che giustifica l’opera di conversione solo con i fondi del “capacity market”, cioè la capacità della centrale di coprire i picchi di consumo quando necessario. Infatti leggiamo negli atti dell’Assemblea Ordinaria degli Azionisti di Enel S.p.A.  14 maggio 2020 che “Enel ha partecipato alle aste di Capacity Market indette da Terna per gli anni 2022 e 2023 aggiudicandosi per quest’ultimo anno una quota (rinnovabili, gas e accumuli) pari a 9,9 GW di capacità esistente e 1,9 GW di nuova capacità.”. Il “capacity market”, nato come politica provvisoria, sta diventando una sicurezza per fare investimenti anche a medio e lungo termine?
  9. Ricordiamo che ENEL ha chiesto la conversione a gas delle 4 principali centrali a carbone italiane (Civitavecchia, La Spezia, Fusina e Brindisi), perciò la conversione della centrale di Cerano non è necessaria per “bilanciare la produzione energetica nazionale”. Avere ulteriori fondi per impianti vetusti da riconvertire, invece che spendere soldi per smantellarli, sicuramente conviene a ENEL, ma non al territorio e all’ambiente.
  10. La Regione Puglia ha un esubero di produzione energetica rispetto ai consumi di energia di circa il 68%: perciò non è necessario nessuna sostituzione per nuova produzione di energia.
  11. Lo stesso PNIEC citato dalle integrazioni, riconosce “potenziali impatti ambientali tra le tecnologie implementate e vettori energetici in attuazione del PNIEC e Temi Ambientali Evoluzione fisica dei suoli e qualità dei suoli” e si riconosce un “rischio diretto” (D) sul rischio di “suscettibilità del suolo alla compattazione” ed un “rischio indiretto” (I) sulla “presenza di carbonio organico negli orizzonti superficiali dei suoli[3].
  12. Ricordiamo che il PNIEC citato nelle Integrazioni ENEL è anacronistico in quanto si basa ancora sull’obiettivo di riduzione del 40% delle emissioni di CO2 al 2030, mentre la UE e l’Italia hanno approvato in dicembre 2020 una riduzione del 55% delle emissioni di CO2.
  13. Anche il Piano Energetico Ambientale della Regione Puglia (Pear), con Delibera di G.R. n. 1424/2018, chiede la “riduzione del ricorso a fonti fossili con conseguente maggiore risparmio risorse naturali consumabili (suolo e sottosuolo, riserve e giacimenti, fondali ed habitat marini)”. Il gas metano è una fonte fossile.
  14. Enel dichiara che“nel documento sono state valutate le possibili interferenze del progetto con le matrici ambientali: suolo, sottosuolo e acque sotterranee interessate dalla realizzazione dell’opera”, ma ciò sembra non valere per il metanodotto, che interferirà con le matrici ambientali, soprattutto con le falde.
  15. Il nuovo Metanodotto di oltre 5 km di SNAM attraversa un territorio ad alta criticità  idrogeologica, già compromessa pesantemente dal danno ambientale causato da SNAM durante lo scavo dell’Interconnessione TAP/SNAM, che ha prosciugato la falda di San Paolo a Tuturano[4], come riconosciuto e dichiarato dalla stessa Regione Puglia e per cui è stata fatta una interrogazione parlamentare presso il Parlamento Europeo[5]. Lo stesso Studio di compatibilità idrologico-idraulica commissionato da ENEL al CESA, allegato alla prima VIA, è antecedente al danno ambientale di SNAM alla falda, avvenuto in  giugno/luglio 2020: perciò un nuovo Studio di compatibilità idrologico-idraulica è sicuramente obbligatorio, viste le modificazioni successive intervenute nell’assetto idrologico-idraulica del territorio dove è previsto il metanodotto dalla Z.I. fino a Cerano.
  16. Il nuovo metanodotto interferisce con il bacino del Canale Li Siedi nel Sito di Interesse Nazionale SIC IT9140001 “Bosco di Tramazzone”, Riserva Naturale Regionale Orientata “Bosco di Cerano” inserita nella Rete Natura 2000. Il Bosco di Tramazzone era stato sponsorizzato come Luogo del Cuore FAI proprio dal Comune di Brindisi. Tutta l’area di Tuturano è sottoposta a tutela idrogeologica, in quanto le falde superficiali (fino a pochi metri di profondità) sono di acqua meteorica (raccolta dalle piogge), mentre oltre i cento metri le falde sono salinizzate, perciò inutilizzabili[6]: un ambiente già ampiamente danneggiato dal prosciugamento della falda di San Paolo ad opera di TAP/SNAM.
  17. La conversione a gas avrà un impatto negativo sull’attuale occupazione della centrale e dell’indotto e non ci saranno sviluppi occupazionali significativi in futuro per il territorio. Non sono previsti compensazioni al 2025 per tutta l’occupazione che si perderà nell’indotto, oltre 600 lavoratori, e delle aziende che ci lavorano, con gravi ripercussioni sociali ed economiche per il territorio.
  18. La conversione a gas non rispetta gli obiettivi climatici UE[7] che tende all’opzione zero entro il 2050
  19. L’uso del gas deve tenere conto, secondo la Commissione Europea, anche dei methane leaks[8], le emissioni fuggitive di gas, non considerate nelle analisi dell’ integrazione ENEL alla VIA.
  20. La richiesta conversione a gas non tiene conto dell’ultimo rapporto AR6 dell’IPCC che dichiara che il gas metano è il principale responsabile del surriscaldamento terrestre[9], di agosto 2021.
  21. Elusione della “formula dell’emergenza climatica” e della disciplina europea DNSH.
    1. Il gas porterà l’Italia verso l’ “allarme rosso per l’umanità” denunciato dall’AR6 dell’IPCC. Nessuna transizione energetica, nessuna sostenibilità. Ulteriore CO2, di cui si parla poco nel piano.
    2. Esso, infatti, ignora del tutto la formula dell’emergenza climatica, elaborata dalla scienza (T, Lenton et al, Climate tipping points — too risky to bet against. The growing threat of abrupt and irreversible climate changes must compel political and economic action on emissions, in Nature, 29 novembre 2018-20 aprile 2020) in ordine al “tempo rimasto” su cui parametrare le decisioni in materia energetica e, nello specifico, di sfruttamento degli idrocarburi.
    3. Tale formula, com’è noto, permette di promuovere azioni prognostiche e proattive di “eco-sostenibilità” delle attività economiche, in termini non di mero “impatto”, bensì diperseguimento di obiettivi compatibili con l’obbligo di mitigazione climatica, facendo in modo, appunto, che le decisioni energetiche consentano di realizzare l’abbattimento delle emissioni climalteranti entro il “tempo rimasto” per scongiurare la destabilizzazione irreversibile del sistema climatico.
    4. Tale prospettiva prognostica e proattiva è stata fatta propria dai Regolamenti UE n. 2020/952 e 2021/241, che hanno appunto codificato i metodi di qualificazione della “eco-sostenibilità” delle attività economiche affinché operino in una logica c.d. DNSH ossia di produzione esternalità negative come “danni non significativi” (Do Not Significant Harm). Ancorché pienamente in vigore tale prospettiva è del tutto pretermessa dal Piano ENEL, sicché non si comprende affatto se e come le attività conseguenti ad esso risulteranno proattive per la mitigazione climatica e con produzione di esternalità negative in termini solo di “danni non significativi” (Do Not Significant Harm).
    5. Tra l’altro, poiché qualsiasi danno, nella prospettiva della mitigazione climatica, è “non significativo” se non prescinde o non ignora il “tempo rimasto” per scongiurare la destabilizzazione irreversibile del sistema climatico: tempo calcolabile secondo la formula scientifica dell’emergenza climatica, ignota ai contenuti di questo Piano.

 

 

[1] https://www.reuters.com/business/energy/global-markets-gas-2021-09-20/

[2] https://www.ilsole24ore.com/art/bollette-scattano-rincari-luce-298percento-e-gas-144percento-AEV5d4l

[3] PNIEC  https://www.mise.gov.it/images/stories/documenti/PNIEC_finale_17012020.pdf

[4] https://www.consiglio.puglia.it/-/snam-e-opere-brindisi-amati-forse-c-%C3%A8-danno-ambientale-ma-comune-rifiuta-confronto-con-azienda-disponibile-a-opere-compensazione.-continuer%C3%B2-da-solo-%C2%A0

[5] https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-9-2020-006130_IT.html

[6] https://www.isprambiente.gov.it/files2017/pubblicazioni/periodici-tecnici/memorie-descrittive-della-carta-geologica-ditalia/volume-92/memdes_92_2_16_area_idro_piana_brindisi.pdf

[7] The European Green Deal https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=COM:2019:640:FIN

[8] EU strategy to reduce methane emissions https://ec.europa.eu/energy/sites/ener/files/eu_methane_strategy.pdf

[9] Rapporto AR6 IPCC https://www.ipcc.ch/report/ar6/wg1/