Come Campagna nazionale Per il Clima Fuori dal Fossile chiediamo di anticipare qualsiasi politica di emergenza climatica prevista per il 2055 per stare nell’aumento di massimo di 1.5°C rispetto agli Accordi di Parigi. Per realizzare l’obiettivo climatico, tutti gli Stati, compresa l’Italia, devono abbandonare completamente le centrali a carbone di Brindisi, La Spezia, Fusina e Civitavecchia già prima del 2025, come programmato da ENEL e Terna, chiudere tutte le centrali a gas entro il 2035 e qualsiasi combustione a petrolio entro il 2040. Ora si vogliono costruire in Italia nuovi gasdotti, come la Rete Adriatica Snam, operativa solo nel 2028, con la scusa che potrebbe trasportare anche un mix di idrogeno. L’Italia ha investito anche molto in FSRU e rigassificatori GNL con depositi obbligatori nelle varie autorità portuali, ma ricordiamo che il GNL è metano estratto col fracking con molto dispendio di energia e inquinamento dei territori interessati e che in Italia è vietato. Perchè dovremmo importarlo da altre nazioni più accondiscenti? Il danno ambientale del fracking è lo stesso, e non è ambientalmente sostenibile. Le aziende ENTSOG stanno già firmando contratti ultraventennali per le forniture del GNL, quando invece le politiche europeo di decarbonizzazione prevedono l’abbandono dei combustibili fossili come il GNL. E tutto il gas e petrolio delle trivelle deve restare sotto terra, perchè continuare a estrarre gas e petrolio, incrementa sempre più con la combustione la quantità di CO2 e il surriscaldamento globale. E’ un circolo vizioso: più fossili estraiamo per il profitto di pochi, più CO2 emettiamo, più sale la temperature con conseguenze economiche, sociali, di vite umane, e più costa allo Stato rimborsare e risarcire i danni. I cittadini pagano due volte, le compagnie ci guadagnano una volta: il bilancio è negativo per gli Stati. L’Italia vuole addirittura diventare “hub del gas” europeo con una politica di sfruttamento coloniale chiamata “Piano Mattei”: garantiamo reddito ai paesi africani in cambio dello sfruttamento delle loro risorse di gas. Le compagnie oil&gas italiane così hanno prodotto extraprofitti miliardarie, approfittando anche delle speculazioni del mercato spot del gas negli ultimi due anni, aumentando i costi delle bollette dei cittadini in Italia e aumentando così la povertà energetica, uno dei Sustainable Development Goals dell’Agenda 2030. E le maggiori società oil&gas che operano sul mercato italiano, oltretutto, non pagano le imposte in Italia per gli extraprofitti realizzati, che vengono invece quasi tax free distribuiti sotto forma di dividendi agli investitori internazionali, che non hanno nessun interesse a risarcire tali profitti da speculazione ai cittadini. Perciò c’è un doppio danno per i cittadini: l’aumento delle bollette e il mancato recupero in termini di imposte di tali redditi. Gli obiettivi climatici della UE devono essere più stringenti e gli obiettivi al 2055 devono essere anticipati al 2040, visto le catastrofi naturali, tipo inondazioni e contemporanea siccità di cui abbiamo avuto testimonianza proprio due mesi fa in Romagna in Italia: ed è assicurato da tutti ormai, non solo dalla scienza, che questa sarà la nuova normalità. Così, mentre tutti gli stati hanno intrapreso una folle corsa per diventare hub del gas europei e si costruiscono nuovi rigassificatori, nuovi gasdotti e si piazzano nuove FSRU e si fanno nuovi campi di trivellazione, i danni ambientali ormai vengono riconosciuti da tutti gli stati con alluvioni ed eventi estremi e le conseguenze le pagano i cittadini.

https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/13793-Obiettivo-climatico-dellUE-per-il-2040/F3427406_it