L’ARERA, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, che ha la funzione di determinare le Tariffe del gas, dell’energia elettrica, (in particolare la componente degli oneri generali di sistema), ma che è finanziata da un contributo sui ricavi degli stessi operatori regolati, ha messo in consultazione pubblica la “neutrality charge”.

Che cos’è? E’ la proposta di una nuova tassa, che sarà aggiunta come onere di trasporto del gas, nelle bollette di gas e luce dal 1 aprile 2024 e per gli anni a seguire, di 2,1908 €/MWh (il prezzo del gas è attualmente di 33 €/MWh): una tassa aggiuntiva sulle bollette di circa il 7%.

E perché? Per la copertura dei costi del servizio di ultima istanza di cui ai decreti ministeriali n. 253 del 22 giugno 2022 e n. 287 del 20 luglio 2022.

Cioè, con la guerra tra Ucraina e Russia, l’Europa ha voluto diversificare le fonti di approvvigionamento del gas, boicottando il gas russo.

E nell’estate 2022,  potevamo rimanere senza gas: ricordate lo slogan “condizionatori accesi o pace?”. Bisognava riempire al più presto gli stoccaggi italiani di gas.

I fatti: il Governo dei Migliori, il governo Draghi, consapevole della speculazione sul prezzo del gas in atto, chiese alle società di trasporto del gas (ENTSOG) di provvedere, ma proponendo una tassa del 25% sugli extraprofitti di tali imprese, per coprire l’alto prezzo del gas del momento per gli stoccaggi.

Già da inizi 2022 si era arrivati al picco del prezzo del gas, allora determinato dalla borsa TTF di Amsterdam, dove si era passati da circa 25 €/MWh a oltre 300 €/MWh per le partite di gas trattate. Ma il TTF contratta solo forniture a breve termine, per lo più metaniere di GNL. Ma malgrado in Italia il GNL coprisse solo il 5% del fabbisogno di gas, il resto arrivava via gasdotti con forniture e contratti a lungo termine, non toccati dalla speculazione, le compagnie di trasporto e di distribuzione avevano raddoppiato le bollette di luce e gas, ricavando extraprofitti mai visti prima.

E l’Italia cambiò subito l’indice di riferimento per il prezzo del gas: il nuovo PSV, Punto di Scambio Virtuale, è legato oggi solo parzialmente al TTF spot olandese.

E in Italia l’ARERA aveva persino predisposto il corrispettivo CRVos per il solo periodo invernale, per tener conto dei costi derivanti dal servizio di riempimento degli stoccaggi di ultima istanza.

Poi, ad ottobre 2022, cadde il Governo Draghi, e arriva il Governo Meloni, e non si parla più di tassare gli extraprofitti delle compagnie gas e energia. E la bolla speculativa sul prezzo del gas inizia a scendere.

A dicembre 2023, ad oltre un anno da quelle speculazioni, ENI e SNAM si ricordano di aver acquistato in base al Regolamento (UE) 2022/1032 tale gas per gli stoccaggi a 300 €/MWh, gas mai utilizzato in questi due inverni, e che ora il gas è quotato a 33 €/MWh, e chiedono, tramite ARERA, che tali presunte perdite di circa 4 miliardi di € siano coperte da una tassa in bolletta come “onere specifico incorporato nelle tariffe di trasporto” per i prossimi anni, come hanno fatto i tedeschi nella stessa situazione con la “neutrality charge”.

Ed ecco la truffa: intanto in Germania tale tassa si riferiva solo al periodo 1 ottobre 2022 fino al 30 giugno 2024, invece in Italia sarà applicata dal 1 aprile 2024 con cadenza e decisione annuale.

Tale “tassa di neutralità” sarà applicata per un triennio a tutto il gas in transito ai punti di interconnessione con l’estero: cioè non solo al gas destinato agli stoccaggi, ma a tutto il gas in transito.

Cioè, famiglie e imprese italiane pagheranno per il prossimo triennio questo nuovo onere di trasporto su tutto il gas in transito per coprire i costi di qualche miliardo di metri cubi di gas stoccati a prezzi esorbitanti nell’autunno inverno del 2022.

Ed ARERA ha dovuto rimettere tale nuovo onere in bolletta a consultazione pubblica: il termine per la presentazione delle osservazioni è il 22 gennaio prossimo. Nel testo non c’è mai la parola tassa, ma invece l’inglesismo “neutrality charge”. Cosa ci sia di neutrale e per chi, non si sa. E charge vuol dire tassa.

Essa si configura come una rendita postuma assicurata alle compagnie di trasporto, SNAM ed ENI in primis, che proprio in quel periodo di “instabilità dei prezzi del gas”, ossia speculazioni di mercato, hanno ricavato extraprofitti straordinari mai tassati, approfittando di quella situazione speculativa e facendo ricadere tale prezzo non giustificato, sulle bollette di cittadini e imprese.

E ora vogliono anche essere rimborsati per il prossimo triennio con una tassa iniqua e su tutto il gas in transito in Italia. Una vera e propria truffa, denunciata subito dalla Campagna Nazionale Per il Clima Fuori dal Fossile.