Mercoledì 8 luglio a Bruxelles era di scena la rivoluzione dell’idrogeno. Dopo decenni spesi a discutere di idrogeno  verde, blu, grigio, nero e amaranto, alla fine, grazie anche a una robusta presa di posizione (una vera e propria fuga in avanti) della Germania, anche la Commissione Europea è stata costretta a arrendersi all’idrogeno verde (e non era così sicuro visto che gli organizmi consultivi comunitari europei come la technology Platform del 2003 o la Joint Undertaking for Hydrogen and Fuell cells del 2006, erano infarciti di dinosauri fossili disposti a vender cara la pelle pur di non cedere terreno alle rinnovabili nella produzione di idrogeno. E invece con la Comunicazione nr 301 (Final) l’esecutivo comunitario propende decisamente per l’idrogeno da fonti rinnovabili e chiarisce definitivamente che l’unico idrogeno “pulito” è l’idrogeno verde e cioè da fonti rinnovabili senza emissioni. Tutto il resto non si qualifica nel programma europeo anche se però si lascia aperta una porta per la sola fase di transizione, all’idrogeno fantasiosamente ridenominato “blu” (cioè a quello prodotto da fonti fossili senza emissioni di carbonio, cosa che al momento, più che altro un ossimoro, a detta di molti esperti del settore, resta un costosissimo sogno. Al riguardo è particolarmente lucida la posizione di Greenpeace Italia espressa dal suo Presidente Pippo Onufrio in questo articolo sull’Huffington Post” https://www.huffingtonpost.it/entry/idrogeno-litalia-punti-su-quello-verde_it_5f05c57ec5b67a80bc0133f3 In esso si dice chiaramente che i petrolieri vorrebbero i soldi pubblici per alimentare la loro filiera di idrogeno da fonti fossili e lucrare sulle spalle dell’erario “per difendere i loro asset fossili da cui dipende (anche) il valore delle loro aziende“. Mentre invece, conclude sempre Greenpeace, a questo punto sarebbe auspicabile invertire la rotta e procedere speditamente verso “a un rapido sviluppo di elettrolizzatori e ulteriore progresso delle fonti rinnovabili che permettono di produrre idrogeno verde a basso costo, a emissioni nulle e molto più sicuro“.

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