La Campagna Fuori dal Fossile, insieme al Movimento No TAP/SNAM di Brindisi, la Rete Legalità per il Clima, Forum Ambientalista, la Rete Nazionale No Rigass No GNL e il sindacato Cobas, avevano partecipato alla consultazione 588/2023/R/gas di Arera che voleva introdurre una “neutrality charge”, una tassa in bolletta camuffata come nuovo onere di trasporto, per coprire “presunte perdite” di ENI e SNAM per riempire gli stoccaggi di gas italiani nel 2022 ai prezzi esorbitanti della speculazione saliti da 30€ a 300€/MWh a causa della guerra ucraina.
La Campagna aveva anche chiesto un accesso agli atti su come fossero state calcolate queste perdite per oltre 4 miliardi e come era stato calcolato il nuovo onere di trasporto, e Arera aveva risposto in data 19/02/2024 che “i parametri di calcolo, secondo quanto dichiarato da Arera 588/2023/R/GAS, dell’importo della perdita … quantificata da alcune riviste online in 4 miliardi”;
Cioè il nuovo onere di trasporto sulle bollette era stimato da “alcune riviste online” ???
Tanto che nell’annuncio ufficiale della sospensione della neutrality charge, Arera dichiara sul suo sito che “con le esigenze espresse dai partecipanti alla consultazione relative alla necessità di conoscere con congruo anticipo la valorizzazione di tutti i corrispettivi tariffari al fine di adeguare in maniera efficiente i sistemi gestionali e le offerte commerciali.”.
Per ora sono 4 miliardi di euro risparmiati dagli italiani sulle bollette nel prossimo triennio e 4 miliardi in meno di extraprofitti per SNAM ed ENI.
Grande vittoria, grandissima vittoria.
Spieghiamo i fatti, incomprensibilmente ignorati da tutta la stampa nazionale, eccetto il Manifesto.
L’ARERA, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, che ha la funzione di determinare le Tariffe del gas, dell’energia elettrica, (in particolare la componente degli oneri generali di sistema), ma che è finanziata da un contributo sui ricavi degli stessi operatori regolati, aveva messo in consultazione pubblica la “neutrality charge”.
Che cos’è? Era la proposta di una nuova tassa (charge), che doveva essere aggiunta come onere di trasporto del gas, nelle bollette di gas e luce dal 1 aprile 2024 e per gli anni a seguire, di 2,1908 €/MWh (il prezzo del gas è attualmente sotto i 30 €/MWh): una tassa aggiuntiva sulle bollette di circa il 7%.
E perché? Per la copertura dei costi del servizio di ultima istanza di cui ai decreti ministeriali n. 253 del 22 giugno 2022 e n. 287 del 20 luglio 2022.
Cioè, con la guerra tra Ucraina e Russia, l’Europa ha voluto diversificare le fonti di approvvigionamento del gas, boicottando il gas russo.
E nell’estate 2022, potevamo rimanere senza gas: ricordate lo slogan “condizionatori accesi o pace?”. Bisognava riempire al più presto gli stoccaggi italiani di gas.
I fatti: Già da inizi 2022 si era arrivati al picco del prezzo del gas, allora determinato dalla borsa TTF di Amsterdam, dove si era passati da circa 25 €/MWh a oltre 300 €/MWh per le partite di gas trattate. Ma il TTF contratta solo forniture a breve termine, per lo più metaniere di GNL. Ma malgrado in Italia il GNL coprisse solo il 5% del fabbisogno di gas, il resto arrivava via gasdotti con forniture e contratti a lungo termine, non toccati dalla speculazione, le compagnie di trasporto e di distribuzione avevano raddoppiato le bollette di luce e gas, ricavando extraprofitti mai visti prima.
A dicembre 2023, ad oltre un anno da quelle speculazioni, ENI e SNAM si ricordano di aver acquistato in base al Regolamento (UE) 2022/1032 tale gas per gli stoccaggi a 300 €/MWh, gas mai utilizzato in questi due inverni, e che ora il gas è quotato a meno di 30 €/MWh, e chiedono, tramite ARERA, che tali presunte perdite di circa 4 miliardi di € siano coperte da una tassa in bolletta come “onere specifico incorporato nelle tariffe di trasporto” per i prossimi anni, come hanno fatto i tedeschi nella stessa situazione con la “neutrality charge”.
Ed ecco la truffa: intanto in Germania tale tassa si riferiva solo al periodo 1 ottobre 2022 fino al 30 giugno 2024, invece in Italia doveva essere applicata dal 1 aprile 2024 con cadenza e decisione annuale. E la Commissione Europea ha criticato fortemente tale decisione tedesca perchè “potrebbero mettere in pericolo la solidarietà energetica e vanificare gli sforzi per la diversificazione delle fonti di approvvigionamento”.
Tale “tassa di neutralità” doveva essere applicata per un triennio a tutto il gas in transito ai punti di interconnessione con l’estero: cioè non solo al gas destinato agli stoccaggi, ma a tutto il gas in transito.
Cioè, famiglie e imprese italiane avrebbero pagato per il prossimo triennio questo nuovo onere di trasporto su tutto il gas in transito per coprire i costi di qualche miliardo di metri cubi di gas stoccati a prezzi esorbitanti dell’autunno inverno del 2022.
Grande vittoria, grandissima vittoria.