Ecco cosa appare da qualche giorno a Brindisi sulla facciata di un capannone dell’ex Saca sito in via provinciale San Vito, la strada che dovrebbe essere percorsa dai sette rappresentanti del summit che si terrà dal 13 al 15 giugno nella città pugliese. Si tratta di un’arteria importante della città, che collega l’aeroporto di Brindisi al Castello Svevo e sarà il biglietto da visita per far sentire a casa i nostri “alleati” nel momento in cui si avvieranno verso la cena di gala del 13 giugno, offerta dal Presidente della Repubblica Italiana.
A questo punto se qualcuna o qualcuno dovesse ancora avere qualche dubbio sul processo di militarizzazione in atto nella società civile italiana, come l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università denuncia da tempo, e su quelli che saranno gli argomenti all’ordine del giorno durante i giorni del G7, questa immagine da regime sudamericano in piena propaganda di guerra servirà a fugarli.
La cittadinanza brindisina e qualche forca politica pare non aver accolto in maniera benevola la trovata della Marina Militare, sempre più spavalda nella sua propaganda bellicista nelle città, nelle scuole e nelle università, infatti alcune testate giornalistiche hanno sottolineato la contraddizione tra la retorica di guerra e la vocazione pacifista della città di Brindisi (Murales di guerra in una Città di Pace: una contraddizione inaccettabile su newspam).
Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università siamo preoccupati dell’escalation bellica del nostro Paese. Non vogliamo assolutamente che le nostre bambine e i nostri bambini, già frastornati da continue notizie di guerre orrende che stanno devastano l’umanità con il beneplacito dei nostri rappresentanti, che invece dovrebbero impegnarsi per porvi termine, siano turbati da queste immagini terribili, tipiche da regime di guerra. A cosa ci stiamo preparando? Qual è l’immaginario che stiamo consegnando ai nostri figli e alle nostre figlie? E che tipo di società intendiamo costruire per le future generazioni?
Inoltre, ci chiediamo, che modo è questo di accogliere i “grandi” della Terra nel nostro Paese? Sarà questo il modo di convincere, anche questa volta, come nel passato, i nostri “partner in war” che siamo pronti alla guerra? Sarà anche questa, come l’immagine della premier Meloni sul carro militare, una dimostrazione di forza per preparare il Paese ad entrare in guerra? Viene lecito, dunque, chiedersi: di cosa si discuterà al summit del G7 con queste premesse?
L‘Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ritiene assolutamente inadeguato esporre in città gigantografie di uomini armati fino ai denti in procinto di andare in guerra e ne chiede l’immediata rimozione. Piuttosto, si espongano bandiere di pace, immagini di uomini e donne che hanno costruito percorsi di pace e antimilitarismo nel nostro Paese e non solo, sarebbe un bel gesto di nonviolenza attiva da parte della cittadinanza.
Ad ogni modo, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università insieme alla rete NoG7, che organizza un contro-summit in quei giorni, non esclude mobilitazioni e manifestazioni per esprimere un netto dissenso nei confronti di questa inaccettabile propaganda di guerra in piena città.
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università