“Non possono cominciare i lavori se prima non adempiono a tutte le prescrizioni che sono previste dalla legge e dal decreto Via” (Valutazione impatto ambientale. Lo ha detto a LaPresse, Mario Pizzola, leader dei Comitati cittadini per l’ambiente nel corso del sit-in di protesta svolto dinanzi l’area d’ingresso al cantiere, appena aperto, per la realizzazione di una centrale di spinta del gas e di un metanodotto. Si tratta della parte più significativa del progetto ‘Linea adriatica’ per trasportare il metano dall’Azerbaijan all’Italia, con la centrale di spinta prevista a Case pente di Sulmona (L’Aquila), e poi distribuirlo all’Europa. Il tracciato del gasdotto, da Brindisi a Minerbio, attraversa diverse regioni dell’Appennino centrale. Un’opera strategica per il Governo che l’ha autorizzata perché necessaria all’approvvigionamento energetico. Alcuni operai della ditta ‘Romana costruzioni’, incaricata della bonifica dell’area e dell’indagine archeologica e caratterizzazione ambientale, hanno precisato che si tratta di ‘lavori preliminari’. Stamane è stata installata una tabella con i dati relativi all’impianto da realizzare in un’area di 12 ettari. “Una delle prescrizioni più importanti è quella archeologica – ha aggiunto l’ambientalista – Devono fare gli scavi per vedere cosa c’è effettivamente sotto questo terreno da momento che la stessa Snam, con il georadar, ha individuato un’antica costruzione risalente a 2 mila anni fa, solo dopo potrebbero cominciare i lavori. Pizzola sottolinea che “nella relazione integrativa trasmessa all’Arera dalla Snam, l’autorità di Regolazione per energia reti e ambiente, è scritto che quest’opera viene fatta per garantire un metanodotto di riserva nel caso in cui attentati terroristici dovrebbero far saltare la linea principale che passa sul Tirreno – ha concluso – Come se i terroristi fossero scemi. Se vogliono far saltare degli impianti energetici, fanno saltare qualunque impianto, quindi anche noi siamo nel mirino in caso di una futura guerra o di attentati terroristici”.