Fuori dal fossile presente a ““InSorgente, Fiumi in piena alle sorgenti del Peschiera”.
L’acqua è un bene comune e non deve essere lo Stato a sopportare la manutenzione delle condotte, e poi le aziende private e a intascare i profitti.
L’acqua è il nuovo oro bianco, che sta scatenando già molte guerre nel mondo. L’acqua è anche la sua gestione, vedi la recente alluvione della Romagna. Acqua vuol dire preservare i territori, pianificare gli interventi col PNRR, gestire il territorio con il sussidio ad agricoltori, che l’acqua sia pubblica, come anche la sua gestione reddituale, e manutenere le condotte per non disperdere il 40% di quell’oro bianco.
Ne abbiamo parlato proprio il 14 luglio al Camp di Terni, la due giorni “InSorgente, Fiumi in piena alle sorgenti del Peschiera”, organizzata dagli attivisti di Balia dal Collare e Postribù e che si è svolta al Lago di Paterno per ragionare su un nuovo modello di gestione sostenibile dell’acqua, modello diametralmente opposto a quello rappresentato dal progetto di “Nuovo tronco superiore acquedotto del Peschiera – dalle Sorgenti alla Centrale di Salisano” proposto dalla multinazionale Acea S.p.a.
Sabato pomeriggio, grazie al contributo scientifico dei relatori è emerso, infatti, come l’attuale modello di gestione privatistica e industriale sia incompatibile con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dettati a livello internazionale dall’Agenda 2030 e, con specifico riguardo al ciclo dell’acqua, con gli obiettivi imposti dalla Direttiva quadro sulle acque (Dir. 2000/60/CE).
Per rendere evidente tutto ciò, si è cominciato da “Gli stati generali dell’acqua”, un libro scritto a più mani che, per l’occasione ci è stato “raccontato” da Renato Di Nicola reduce, per conto del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, dalla conferenza delle Nazioni Unite di New York sul tema, dove è stato denunciato il continuo aumento dei profitti delle multinazionali che, allo stesso tempo, sono la principale causa di inquinamento e depauperamento delle risorse idriche e naturali.
E proprio per approfondire tutti i temi legati al ciclo idrico, approfittando dall’esperienza professionale del Prof. Marco Petitta (Geologo di fama internazionale e docente presso Università La Sapienza), si è cercato di interpretare l’enorme mole di dati sui bacini idrogeologici dell’appennino centrale nonché sui bilanci idrologici e idrici, per dimostrare come la governance pubblica abbia già a disposizione tutte le informazioni necessarie per ragionare in termini di resilienza e ottimizzazione delle risorse a disposizione, salvaguardando allo stesso tempo esigenze idropotabili e Deflusso Ecologico dei fiumi.
“Proprio nel fine settimana in cui si è svolta l’edizione 2023 della festa del Sole, 300 persone hanno deciso di approfondire il tema del raddoppio dell’Acquedotto del Peschiera in una due giorni che è culminata domenica mattina con una passeggiata fino alla centrale Acea sul Peschiera. Grazie agli interventi di qualificati relatori, è stato possibile inquadrare in una maniera più ampia lo stato dei bacini idrici del reatino. Una terra certamente ricca di acqua, e già da lungo tempo fonte di approvvigionamento per la Capitale e per altre aree del Lazio; il che non significa che di tale risorsa si debba abusare, soprattutto laddove la gestione sia delegata a una società di diritto privata, come quello della società per azioni Acea”: lo dice Nome Officina Politica.
Se oggi Acea è limitata nel prelievo a 8.700 litri al secondo, la nuova infrastruttura acquedottifera avrà una capacità complessiva addirittura fino a 19.000 litri al secondo, cioè già teoricamente superiore a tutta l’attuale portata del Peschiera. Dire, da parte della multinazionale, che ci si atterrà ad una concessione rilasciata più di 50 anni fa, e che prevede 10.000 litri al secondo di prelievo, genera perlomeno dei dubbi, soprattutto in quanto non sono previste, da progetto e nemmeno da prescrizioni, misure idonee per calcolare l’effettivo limite di captazione futuro. In prospettiva, dunque, il nostro fiume Velino – e con esso anche la Festa del Sole – potrebbero avere ancora ben pochi anni di vita. Chiediamo, pertanto, che il comune capoluogo entri nel merito della questione, senza lasciarsi liquidare da Acea – come avvenuto fin qui – e pretendendo dalla Regione Lazio immediato riscontro in merito al rispetto delle norme” conclude il movimento.